Archiviata la visita a Yellowstone, facciamo tappa a Jackson Hole per poi dirigerci nella Death Valley. Decidiamo di dedicare una intera giornata alla visita della Death Valley e in particolare alle piste fuori strada che portano al Titus Canyon e alla Racetrack Playa. Per questo motivo ci fermiamo a dormire due notti al Longstreet Inn Hotel e Casinò che è posizionato a circa 40 minuti da Furnace Creek e che offre una buona struttura con prezzi decisamente inferiori a quelli che si trovano all’interno della Death Valley.
Per poter girare in sicurezza abbiamo affittato una Jeep da Farabee’s Jeep Rental appositamente preparata per fare fuoristrada in zona; è una cosa che ti consiglio per una serie di fattori, tutti legati alla sicurezza. Nella Death Valley le strade fuoristrada sono tutte disconnesse e i SUV 4×4 che si affittano normalmente negli aeroporti non sono adatti o preparati per questo tipo di strade nonostante riescano in qualche modo a percorrerle; ho personalmente visto un SUV 4×4 di un turista fermo con una ruota tagliata dalle rocce dopo qualche km dall’inizio della pista che porta a Titus Canyon e mi sono chiesto cosa avrebbe fatto se gli fosse successo un’altra volta visto che in tutta la valle i cellulari non funzionano o la linea si prende raramente. Considerando anche che all’esterno c’erano più di 40 gradi mi è parsa una discreta imprudenza. Anche lungo la strada che porta a Racetrack Playa ho incontrato diversi turisti con i loro SUV affittati in aeroporto che percorrevano allegramente e imprudentemente la strada senza pensare alle conseguenze in caso di guasto. La Jeep che abbiamo affittato a Furnace Creek da Farabee’s aveva invece pneumatici e sospensioni rinforzate per quel tipo di terreno e di strade e mi pareva sinceramente indistruttibile. Ci è stata fornita una bomboletta per eventuali forature oltre alla classica gomma di scorta. Ci è stato chiesto il tragitto che avremmo fatto ed è stato memorizzato nei documenti che ci riguardavano e infine ci è stato consegnato un apparecchio satellitare con il qualche poter chiamare ovunque sia il 911 sia loro. Per questo ti consiglio di evitare di affrontare le piste fuoristrada della zona con un’auto normale e senza avere la possibilità eventualmente di chiamare aiuto.
Dopo aver ritirato la Jeep raggiungiamo il Nevada percorrendo la Highway 374 passando per il Daylight Pass in direzione Beatty per imboccare la pista (segnalata) che ci porterà a Titus Canyon. La pista inizia nel pressi della città fantasma di Rhyolite che nacque intorno al 1905 in occasione del periodo della corsa all’oro; attualmente i suoi resti sono una famosa attrazione turista della zona. Il percorso, lungo in tutto 27 miglia a senso unico è molto suggestivo e non molto impegnativo; nel caso possa servire a Beatty ci sono distributori di benzina, visto che gli unici punti di rifornimento sono appunto a Beatty o a Furnace Creek.
Il primo tratto della pista percorre il Titanothere Canyon e porta, scendendo e risalendo all’interno della valle, a Red Pass a ca. 1’600 m di altezza, da dove si ha una stupenda e suggestiva vista sia della parte già percorsa che quella ancora davanti a noi. Dopo una inevitabile sosta proseguiamo e arriviamo a Leadfield Ghost Town, una vecchia città che mostra qualche baracca e alcune vecchie miniere abbandonate dove scendiamo nuovamente per qualche foto di rito. Risaliamo in Jeep e più avanti giungiamo a Titus Canyon dove il paesaggio cambia e ci troviamo in fondo al canyon con pareti calcaree ai nostri lati; non facciamo in tempo a meravigliarci per la bellezza della zona che ci ritroviamo a Canyon Narrows che rappresenta forse la parte più bella e spettacolare di tutto il tragitto. Le pareti del canyon si fanno più strette e alte e la strada le percorre di misura per circa 1.5 miglia; ci fermiamo più volte per goderci lo spettacolo della pista che corre all’interno di due strette mura in cui il sole fa fatica ad infilarsi. Il canyon improvvisamente termina e ci ritroviamo fuori nel deserto della Death Valley.
Riprendiamo quindi la Scotty’s Castle Road fino a Ubehebe Crater dal quale parte una pista di 27 miglia percorribile con un 4×4 che porta a Racetrack Playa, resa famosa per le rocce mobili che lasciano traccia del loro spostamento sulla superficie del lago secco, fenomeno recentemente spiegato grazie ad uno studio di Richard Norris della Scripps Institution of Oceanography (California). In pratica il tracciato lasciato dalle rocce (alcune pesanti anche diverse centinaia di kg) sul fango secco, apparentemente inspiegabile, è causato dal fatto che durante i mesi invernali con presenza di acqua o neve nella Playa si forma uno strato di 5-6 mm di ghiaccio che sciogliendosi al sole e in presenza di forte vento crea una sorta di cuscino sotto le rocce che permette il famoso spostamento e la relativa traccia nel fango. La pista che porta a Racetrack Playa si snoda in un paesaggio quasi lunare nel nulla più assoluto; lungo il tragitto incontriamo una distesa di Joshua Trees, una caratteristica pianta del deserto e dopo 20 miglia il famoso bivio di Teakettle Junction, che prende il nome dalle molte pentole da tea, con la firma di chi le ha portate, appese al cartello. Dopo 7 miglia dalla Teakettle Junction arriviamo a Racetrack Playa. Le rocce mobili sono facilmente visibili in fondo alla Playa, a poche centinaia di metri da dove si lascia l’auto. Scendiamo e andiamo a goderci lo spettacolo avvolti da un surreale silenzio e temperature che superano tranquillamente i 40 gradi.
Ci fermiamo a Racetrack per un’ora, quindi ritorniamo a Furnace Creek godendoci un meraviglioso tramonto nella Death Valley. Arriviamo alle 19:30 quando ormai è quasi buio; la temperatura è “scesa” a 38°! Lasciamo la Jeep e riprendiamo il nostro SUV per tornare al Longstreet Inn Hotel e Casinò; la giornata è terminata, domani ci si sposta a San Francisco.
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